Sono secoli
che non entro in questo blog!
Mi dispiace
davvero per i mancati post su Heiji e Kazuha, ma da tempo non ho più la spinta
a continuare… Non lo farò neanche questa volta, infatti. Sono qui per un altro
motivo.
ATTENZIONE,
il post potrebbe contenere volgarità e parolacce (oltre che sarcasmo), perché
la sottoscritta è parecchio nervosa
Dunque,
forse dopo questo intervento non scriverò più sul blog perché ormai mi sono
allontanata da “Detective Conan” per vari motivi, ma ci terrei a dire qualcosina.
Sono
veramente stufa fino alla nausea di leggere certi commenti sul conto di Ran. Di
vederla etichettata come l’emblema della donna sottomessa, come un insulto alla
dignità femminile, come un personaggio inutile. Non starò qui a parlare del suo
ruolo perché non ho la forza di fare un post troppo lungo, comunque nei miei
vecchi post si può trovare qualche spunto utile sull’argomento (spero). È il
resto che m’interessa. Un sacco di gente è pronta a scagliarsi contro Ran, che
rappresenterebbe un modello femminile di cui vergognarsi; intanto, uno dei
best-seller degli ultimi anni è “Cinquanta sfumature di grigio” di E.L. James,
e orde di donne se ne escono con frasi tipo “chi non vorrebbe essere Anastasia
e trovare il proprio Christian Grey?”
Ora, non sto
insinuando che chi fa certe critiche su Ran abbia per forza la copia del libro
della James sul comodino, o che si masturbi mentre sfoglia le pagine o guarda
il film che è stato tratto, magari nessuno dei detrattori di Ran ha minimamente
a che fare col fenomeno “Cinquanta sfumature”… ma mi fanno rabbia i motivi per
cui “Cinquanta sfumature” viene elogiato e le invettive contro l’opera di Gosho
per le sue rappresentazioni della donna, fatte spesso tirando in ballo il
femminismo. “Detective Conan” non pretende di essere una fotografia realistica
della società, né tratta di disuguaglianze di genere: parla di un protagonista
maschile che risolve casi di omicidio e incastra criminali, ma mescola molti
elementi irrealistici e fantasiosi con quelli verosimili. Shinichi/Conan è
innamorato e ha le sue amicizie, ma non pretende di essere un modello per
nessuno dal punto di vista relazionale. “Cinquanta sfumature”, invece, ci viene
presentato come ciò che tutte le donne vogliono e spacciato per la storia
d’amore del secolo, tanto passionale quanto romantica, la relazione perfetta,
insomma. Intendiamoci, io non credo a queste stronzate, per me l’autrice ha
semplicemente descritto un insieme di fantasie sessuali, non ha veramente
creato una storia, pur dando un filo conduttore… almeno questa è l’idea che mi
sono fatta, leggendo le recensioni più neutrali e le critiche meno feroci
sull’argomento, perché non ho mai aperto un libro della James in vita mia (e
non ci tengo a farlo). Comunque sia, “Cinquanta sfumature” viene presentato
come una sorta di modello ideale della relazione uomo-donna e, per quanto ci
sia un mucchio di gente che lo critica aspramente, dall’altro lato abbiamo uno
stuolo di fan adoranti che sbava dietro a Christian Grey e si immedesima
continuamente in Anastasia, spesso invidiandola. Ora, il femminismo non c’entra
una mazza con “Cinquanta sfumature”, suppongo che non sia un argomento che la
James intendeva trattare, in alcun modo… ma intanto questo libro,
dichiaratamente scritto da una donna per le donne, mostra una fanciulla ingenua
che si lascia ammaliare completamente da un uomo con forti tendenze da stalker,
il quale tratta le donne come oggetti, e gliele lascia passare tutte perché è
bellissimo, ricchissimo e lei lo salverà dai demoni del passato con il potere
del Vero Ammmmore.
Al di là di ipotetici
discorsi sul femminismo, io dico: davvero questo è ciò che vuole il genere
femminile? Davvero Anastasia è la rappresentazione più fedele della donna in
generale? Davvero Christian è l’uomo perfetto?
A me la
storia della James sembra poco più che un’enorme cazzata e vorrei sinceramente
che smettessero di spacciarla per amore ideale che tutti desiderano. Almeno il
manga di Gosho non ha queste pretese. E comunque ripeto che il femminismo non
ha a che fare con “Detective Conan”. Poi tutta questa palese sottomissione di
Ran vorrei proprio capire dove sta. È vero che Shinichi le sta mentendo e non
le confessa il segreto della sua identità, ma 1) ci sta male anche lui per ‘sta
cosa (Volume 33, discorso ad Ai e ad Agasa dopo il caso di San Valentino dice
niente?) e 2) questa situazione non durerà per sempre e loro ancora sono fidanzati
solo da poco e per modo di dire, dato che lui teoricamente è lontano… dunque la
relazione non è veramente vissuta, i suoi presupposti devono ancora essere
stabiliti e potranno benissimo essere messi in discussione più avanti, quando
Shinichi sarà “tornato” e Ran saprà definitivamente la verità. Poi, cazzo,
nessuno che dica qualcosa su tutte le volte in cui Ai ha dissuaso Conan dal
confessare la sua identità a Ran, primo fra tutti il tentativo di “terrorismo”
che ha fatto nella Saga del Cavaliere Nero… Lui è responsabile delle sue
azioni, per carità, ha un suo cervello pensante, ma non si può dire che lei non
abbia calcato la mano per impedirgli di parlare, eh. No, dimenticavo, Ai è
intoccabile, perché lei sì che è una donna come si deve, forte e indipendente,
che porta orgoglio al genere femminile perché non piange, altro che Ran. Ai
dovrebbe essere la ragazza di Shinichi, perché lei è l’unica alla sua altezza,
intelligente quanto lui se non di più, e insieme sarebbero la coppia perfetta…
Sì, me l’immagino! Uno più freddo dell’altro, lui tutto cadaveri e
investigazioni, lei immersa nei suoi studi scientifici, chissà di che
parlerebbero la maggior parte del tempo! Sarebbero l’ideale quadretto di
calore, romanticismo e felicità… per piacere. Sono l’unica che considera
inadatta a Shinichi una ragazza costretta a maturare troppo in fretta,
solitaria e cresciuta a contatto con dei criminali?! Non è per denigrare Ai, ma
per me Shinichi ha bisogno di sentirsi un comune diciassettenne ogni tanto… di
andare all’acquario con la sua-migliore-amica-quasi-fidanzata, non di parlare
quasi sempre di gente morta, veleni e assassini. Non me ne frega niente se è
pieno di gente che vorrebbe vedere la coppia AixConan e odia la ShinichixRan,
facciano pure, ognuno la pensa come gli pare, ma quando parlano di Ai come se
fosse una dea e denigrano Ran in maniera ingiusta io non ci sto più. Ai ha
tante buone qualità, ma tutta questa grande forza che vanno millantando io non
ce la vedo. Sarò cretina, che volete che vi dica. Io vedo una ragazza che,
sebbene non possa essere definita debole, ha delle fragilità e spesso fa di
tutto per nasconderle, erigendo un muro di distacco e indifferenza. Il fatto
che non pianga non è una cosa poi così positiva, perché indica una forte tendenza
a reprimere le emozioni. Certo, col tempo è diventata un pochetto più aperta
verso il prossimo, meno cupa… ma questo non la rende, a mio avviso, la ragazza
“che dovrebbe stare necessariamente con Shinichi”, né il vanto del manga in
fatto di personaggi femminili.
Ran ha i
suoi difetti e non pretendo di farla passare come un modello per le donne o
come un personaggio rivoluzionario; ma ha anche degli aspetti molto positivi. È
gentile, compassionevole, perseverante. Sa cucinare e tenere la contabilità in
casa. Quante sedicenni ne sono in grado? E non venitemi a dire che la donna brava
nei lavori domestici dev’essere per forza il simbolo della sottomissione
all’uomo… Che facciamo, lo stereotipo dello stereotipo? Non si può essere brave
donne di casa senza essere sottomesse?
Poi una ragazza
fedele alla persona di cui è innamorata non va bene perché fa troppo Penelope…
intanto spesso non vanno bene neanche le ragazze che hanno più fidanzati nel
corso del tempo, perché vengono considerate puttane! Ma si può sapere cosa vuole
certa gente? Cosa gli va bene? Ran ha i suoi buoni motivi per essere fedele a
Shinichi, sono cresciuti insieme, si conoscono da una vita, porco cane! Anche
se lui non le racconta tutto (e sta sbagliando a mentirle, io sono la prima a
dirlo), lei sa che è un ragazzo di cui si può fidare… è stato il suo migliore
amico per anni, diamine! Mica il primo cretino che le è passato davanti!
E rompiamo
tirando in ballo il femminismo, in maniera esplicita o implicita: “La donna
deve essere forte, la donna deve essere così, la donna deve essere colì”… La
donna non deve essere proprio niente, secondo me. La donna deve avere pari
diritti e dignità dell’uomo, deve avere la possibilità di autodeterminarsi. Poi
esistono donne caratterialmente più forti e donne caratterialmente più fragili,
donne che preferiscono fare tutto da sole (o quasi) e donne che si affidano più
volentieri agli altri, donne che si sentono realizzate nella famiglia per
libera scelta e donne votate alla carriera. Non può esistere un unico tipo di
donna al mondo, senza che si tenga conto delle differenze caratteriali. Ran è
semplicemente un tipo di donna, non è un insulto al genere femminile in alcun
modo, non pretende di essere un modello e ha qualità che possono essere
apprezzabili nelle persone, indipendentemente dal sesso. Quindi la smettano di
scassare le palle. Non vi piace il personaggio? Liberissimi di dirlo, ma
cercate almeno di inquadrarlo bene prima di giudicare. E Gosho non mi sembra
tanto maschilista, visti tutti i personaggi femminili che ha creato… che magari
saranno un po’ stereotipati, ma sanno essere molto diversi fra loro.
P.S. Ho
visto che qualcuno ha commentato qui sul blog, ma è passato troppo tempo e mi
sembra un po’ stupido rispondere ora! Vorrei comunque ringraziare chiunque sia
passato di qua, mi dispiace per la lunga assenza, ma temo che il blog sia
destinato a morire.